giovedì 27 ottobre 2011

Se questo fosse l’ultimo giorno della mia vita, farei proprio (...)/2

... certo che tre settimane per tornare a scrivere sono molte.

Ma ne sono capitate parecchie. Innazitutto ho una super-panciona, che mi affatica ma che temo affatichi più la piccola passeggera che ci si agita dentro, perchè io non mi risparmio in corse, piegamenti, prove di resistenza allo stress e alla stanchezza. E poi tra carte per la maternità, il piccolo con tosse, raffreddore, tosse ma - attenzione - energia da vendere..., zii anziani che se ne vanno improvvisamente, piogge torrenziali che hanno allagato mezza Italia i giorni sono volati! E nonostante avessi voglia di appuntare brevi pensieri e qualche segnalazione non ce l'ho fatta.

Chiudo almeno quanto iniziato accennando alla vita e al "lascito" di Jobs.
Non uso il Mac, anzi, sono pure un pò imbranata quando ci provo. Ma quel che mi ha colpito leggendo, in passato, qualche stralcio di intervista e quel che, sicuramente, mi ha dato il la è stato ascoltare finalmente il discorso pronunciato davanti agli studenti dell'università di Stanford, quello in cui dice "Siate affamati, siate folli". Ascoltare parole simili - come in altre occasioni e per altre voci - ha toccato corde profonde. La resistenza all'appiattimento, credo, si coltiva con gli stimoli, con l'incontro con persone originali (ognuno ha un pizzico di originale dentro se) e idee diverse dalle proprie. Poi ci sono i geni, quelli che si spingono oltre e per alcuni diventano vati. Io non idolatro nessuno, anche perchè penso che anche il più grande degli uomini abbia in se debolezze, ma fare tesoro della sua esperienza e lezione si, e farla suonare dentro me.
Jobs mi ha ricordato che voglio mordere la vita, affamata, golosa. E' una cosa che cerco di ricordare ogni giorno, ma vengo spesso travolta da... tutto. Ricordare certe parole fa bene.

Grazie a tutti quelli che non si limitano a vivere in un certo modo, ma provano a raccontarlo. E' un dono generoso.

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